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Ultimo Aggiornamento: 26/06/2009 21:45
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26/06/2009 21:45
 
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La Chrysler fu fondata il 6 giugno 1925 da Walter Percy Chrysler.

Già nel 1924, Walter P. Chrysler aveva lanciato sul mercato una prima auto col proprio nome, la Chrysler Six, progettata da egli stesso.

Una Chrysler 75 roadster del 1929Con la fondazione della Chrysler Corporation, l'attività si afferma ed ottiene un rapido successo. Ciò permette di attuare fin da subito una politica di espansione che, dal 1928, porta all'attuazione di manovre molto grosse e significative, come la fondazione dei sottomarchi Plymouth e De Soto e l'acquisizione della Dodge. Nel 1930 venne anche inaugurata la sua sede di New York situata in un palazzo costruito appositamente, il Chrysler Building.

Uno dei principali meriti della Chrysler fu quello di aver introdotto per la prima volta all'interno del processo di progettazione delle vetture la prima galleria del vento, per ottimizzare le linee della vettura in funzione della penetrazione aerodinamica.

Una Chrysler Imperial del 1934Una delle vetture più note dei primi anni Trenta fu la Chrysler Airflow del 1934, una vettura di classe media, dal design molto d'avanguardia per l'epoca e che forse proprio per questo non incontrò grande successo, ma che fu una delle auto più significative della storia dal punto di vista concettuale, in quanto dimostrava l'importanza dell'aerodinamica nella progettazione di un'auto. Nonostante l'insuccesso dell'Airflow, essa fu in ogni caso la capostipite stilistica di altre serie di modelli di maggior successo commerciale, come la Imperial, un modello nato già negli anni Venti, la cui terza serie, prodotta fra il 1934 ed il 1936, fu un ulteriore esempio dell'utilizzo della galleria del vento. L'insuccesso della Airflow costrinse in ogni caso la Chrysler e tutti i suoi sottomarchi a puntare sulla produzione di vetture dalla linea più convenzionale, specie per quanto riguardava i sottomarchi Plymouth e De Soto.

Una Chrysler 300 C degli anni 50Anche dopo il secondo conflitto mondiale la produzione rimase in linea con la concorrenza, senza mostrare nulla di veramente innovativo. Furono comunque di questo periodo alcune delle più famose realizzazioni, tra cui la Chrysler 300 degli anni Cinquanta e anni Sessanta, capostipite di una lunga serie di ammiraglie di lusso, che è stata ripresa di recente con la reintroduzione di tale sigla, dapprima nella Chrysler 300 M e poi nella 300 C del 2005. Un'altra vettura di quegli anni che ancor oggi è ricordata come una delle più significative della produzione Chrysler era la Windsor. In questo periodo, tra l'altro, la Chrysler sviluppò e realizzò dei nuovi motori a testata emisferica, denominati appunto Hemi, che avrebbero equipaggiato non solo alcune vetture della produzione degli anni '50, ma anche alcune vetture sportive degli anni '60 che sarebbero entrate ben presto nel cuore degli appassionati, come la Plymouth Hemi Cuda e la Dodge Charger, tanto per citarne solo due.

Nello stesso periodo (siamo nella seconda metà degli anni Sessanta) e precisamente nel 1966, la Chrysler acquistò la Rootes e la Simca, entrambe già proprietarie di marchi come la Talbot e la Hillman, e fondò quindi la Chrysler-Europe. Da quel momento, gran parte delle vetture prodotte da Simca, Talbot, Hillman ed altri marchi furono griffate Chrysler per alcuni mercati, mentre per altri mercati mantennero il marchio originario. Tra tutti questi marchi prevalse il marchio Simca come volumi di vendite, mentre altri, come la Hillman, rimasero un po' in ombra. Una delle vettutre più di spicco della produzione Simca di quegli anni fu la 1100, una delle prime berline di segmento C a due volumi. Vi furono anche le Simca 1307, che ottennero un discreto successo. Invece, un fatto clamoroso e anche un po' paradossale, fu che tra i marchi di minor successo in Europa vi fu proprio la Chrysler, che con la sua 180 non ottenne grandi successi. Questa resa altalenante fece sì che la Chrysler Europa si trovasse ben presto in grosse difficoltà finanziarie, al punto che nel 1978 fu acquisita dal Gruppo PSA, di cui facevano parte Peugeot e Citroën, e fu gradualmente assorbita dal Gruppo stesso.

Anche negli Stati Uniti la situazione non era delle più rosee: già nei primi anni '70, la crisi petrolifera aveva tagliato via gran parte della produzione, e quindi molte risorse economiche furono disperse. Inoltre, i bassi volumi di vendita delle vetture negli anni a seguire portarono la Casa sull'orlo della bancarotta. Fu un uomo a salvare le sorti della Chrysler: Lee Iacocca. Con l'introduzione di nuove strategie di mercato e di nuovi modelli di nicchia, come l'introduzione delle prime monovolume, la Chrysler tornò a riscuotere grandi consensi.

Negli anni Ottanta la Chrysler acquistò una quota del 20% di Mitsubishi, rafforzandosi così nel settore delle auto di gamma bassa e medio-bassa. Inoltre, nel 1987, la Chrysler acquistò anche la AMC, casa automobilistica da cui riprese la produzione di veicoli fuoristrada, infatti la AMC era proprietaria della Jeep, storico marchio noto da decenni per la sua dedizione a vetture puramente off-road. Sempre degli stessi anni è anche l'acquisizione dell'italiana Lamborghini, entrata però, dopo non molti anni, a far parte del gruppo Volkswagen. Nel 1986 al Salone dell'Auto di Los Angeles la Chrysler presenta un nuovo modello frutto della collaborazione con la Maserati, è la Chrysler Turbo Convertible by Maserati. La produzione inizierà solo nel 1989 negli stabilimenti Innocenti di Milano Lambrate e complice la cattiva immagine Maserati di quel periodo si rivelerà un clamoroso flop, con sole 7.300 vetture prodotte fino al 1991, quando termina la produzione. Tra il 1991 e il 1993 Chrysler dismette la sua partecipazione in Mitsubishi Motors, mantenendo comunque diversi accordi commerciali con il partner giapponese.

Nei primi anni novanta la Chrysler tentò nuovamente di riapprodare in Europa, ma stavolta con maggior successo. Infatti le sue monovolume e le sue fuoristrada riscossero molto più successo di quanto non fecero invece le sue vetture più convenzionali negli anni '70. Tra i modelli di maggior successo degli anni '90 vi fu la Chrysler Voyager, una monovolume che si propose come concorrente diretta della Renault Espace. Di quegli anni fu anche la supersportiva Viper, venduta sia con marchio Dodge che con marchio Chrysler, divenuta in breve tempo uno degli oggetti di desiderio degli appassionati di muscle-car americane.

Una PT Cruiser del 2003Nel 1998, la Chrysler fu acquisita dalla Daimler-Benz (di cui anche la Mercedes-Benz faceva parte) per costituire la "DaimlerChrysler AG". Questa unione, nata inizialmente come società gestita alla pari sia da Chrysler che da Daimler-Benz, finì per evidenziare la predominanza della società tedesca, che portò molta della sua componentistica per diversi modelli prodotti in seguito. Nel 2001 la Plymouth fu chiusa, mentre venne avviato un progetto di coupé che avesse il pianale in comune con la Mercedes SLK. Da questo progetto nacque la Chrysler Crossfire, proposta sia come coupé che come roadster. Nel frattempo prese il via anche la produzione di altri modelli significativi, come la 300 M, un'ammiraglia con la quale si intendeva resuscitare la gloriosa serie 300 degli anni '50 e '60 e l'eccentrica PT Cruiser, con la quale si intendeva addirittura spolverare il mito del design delle vetture d'anteguerra. Nel 2005, la 300 M fu sostituita dalla 300 C, anch'essa di sapore molto più retrò che non la sua antenata.

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